La telefonata con Putin di un’ora e mezza il giorno di Santo Stefano di fine 2019
L’ex Presidente Conte ha riferito di una lunga telefonata con Putin nel 2019 dove il Presidente russo stigmatizzava le continue violazioni dei patti di Minsk da parte degli ucraini.
Conte, a quanto ha riferito, si adoperava per evidenziare che non era così e che non c’erano violazioni.
Ora è evidente che la risposta sanguinosa di Putin alle mancate risposte e all’avanzamento della NATO ad est è inaccettabile ma proprio da quello che ha riferito Conte, sembra evidente che non aveva in occidente interlocutori che avessero la pazienza di ascoltarlo.
Del resto dopo aver preso la Crimea Putin è stato progressivamente sanzionato e messo nell’angolo.
Non senz aragioni.
Ma forse l’Europa deve smetterla di essere sotto tutela statunitense perchè questa tutela finisce per essere solo apparente dal momento che gli STATI UNITI, a più riprese, hanno mostrato di non volersi assumersi le responsabilità di gendarme del mondo.
Quindi bene ha fatto la Germania a stanziare fondi per la sua difesa e così dovrà fare l’Italia, magari reintroducendo il servizio, di leva atteso che la difesa europea, ad oggi, è una pura Chimera.
Traduzione libera della recensione di George Orwell (1940) del Mein Kampf di Adolf Hitler
(From The Collected Essays, Journalism and Letters of George Orwell, Volume 2, edited by Sonia Onvell and Ian Angus, copyright 0 1968 by Sonia Brownell Onvell. Reprinted by permission of Harcourt Brace Jovanovich, Inc.)
È un segno della velocità con cui si stanno muovendo gli eventi che l’edizione non espurgata del Mein Kampf di Hurst e Blackett, pubblicata solo un anno fa, si stata rivista in senso pro-hitleriano. L’ovvia intenzione della prefazione e delle note del traduttore è quella di ridimensionare la ferocia del libro e di presentare Hitler come una persona rispettabile. Perché a quella data Hitler era ancora rispettabile. Aveva schiacciato il movimento operaio tedesco, e per questo le classi proprietarie erano disposti a perdonarlo quasi di tutto. Sinistra e destra concordavano nell’idea molto superficiale che il nazionalsocialismo era semplicemente una versione del conservatorismo.
Poi all’improvviso si è scoperto che Hitler non era tutto sommato rispettabile. Come risultato di ciò, l’edizione di Hurst e Blackett è stata ristampata in una nuova copertina dove si spiega che tutti i profitti saranno devoluti alla Croce Rossa. Tuttavia, semplicemente sull’evidenza interna di Mein Kampf, è difficile credere che un vero cambiamento abbia avuto luogo negli obiettivi e nelle opinioni di Hitler. Quando si confrontano le sue espressioni di un anno fa o giù di lì con quelle fatte quindici anni prima, una cosa che colpisce è la rigidità della sua mente, il modo in cui la sua visione del mondo non si sviluppa. È la visione fissa di un monomaniaco e probabilmente non molto influenzato dalle manovre temporanee della politica di potere. Probabilmente, nella mente di Hitler, il Patto russo-tedesco rappresenta non più che una modifica dell’orario. Il piano contenuto nel Mein Kampf è quello di distruggere prima la Russia, con l’intenzione implicita di distruggere in seguito l’Inghilterra. Ora, “come” si è scoperto, l’Inghilterra deve essere trattata per prima, perché la Russia era la più facilmente corrotta dei due. Ma il turno della Russia arriverà quando l’Inghilterra sarà messa fuori gioco – questo, senza dubbio, è quello che pensa Hitler. Se poi le cose andranno in questo modo è un’altra questione.
Supponiamo che il programma di Hitler possa essere messo in atto. Ciò significa che, tra cento anni, ci sarà uno stato continuo di 250 milioni di tedeschi con abbondanza di “spazio vitale” (che si estende fino all’Afghanistan o giù di lì), un orribile impero senza cervello in cui, essenzialmente, non succede mai nulla tranne l’allenamento dei giovani per la guerra e l’allevamento senza fine di carne fresca da cannone. Com’è che è stato in grado di pianificare questo mostruosa visione del mondo è facile dirlo; nella prima fase della sua carriera fu finanziato dagli industriali pesanti, che vedevano in lui l’uomo che avrebbe distrutto socialisti e comunisti. Non l’avrebbero appoggiato, però, se non avesse parlato a nome di un grande movimento già esistente. Ancora una volta, la situazione in Germania, con i suoi sette milioni di disoccupati, era ovviamente favorevole ai demagoghi. Ma Hitler non sarebbe riuscito contro i suoi numerosi rivali senza l’attrazione che promana dalla sua personalità, che si può sentire anche nella scrittura goffa di Mein Kampf, e che è senza dubbio travolgente quando uno sente i suoi discorsi… . Sta di fatto che c’è qualcosa di profondamente affascinante in lui. Lo si sente quando si vedono le sue fotografie, soprattutto la fotografia inserita nell’edizione di Hurst e Blackett, che mostra Hitler nei suoi primi anni in camicia marrone. È una patetica faccia da cane, il volto di un uomo che soffre per torti intollerabili. In un modo più virile riproduce l’espressione di innumerevoli immagini di Cristo crocifisso, e non c’è dubbio che è così che Hitler stesso, si percepisce. La causa iniziale e personale della sua doglianza contro l’universo può solo essere immaginato; ma in ogni caso il risentimento è palpabile. È il martire, la vittima, il Prometeo incatenato alla roccia, l’eroe sacrificale che combatte da solo con probabilità di successo impossibili. Sestava uccidendo un topo sapeva trasformarlo in un drago. Si sente, come con Napoleone, che sta combattendo contro il destino, che non può vincere, e che, in qualche modo, se lo merita. L’attrazione che genera tale posizione è ovviamente enorme; metà dei film sono stati girati utilizzando questi archetipi.
Inoltre ha colto la falsità dell’edonistico atteggiamento verso la vita. Quasi tutto il pensiero occidentale dall’ultima guerra in poi, certamente tutto il pensiero “progressista”, ha presupposto tacitamente che gli esseri umani non desiderano nulla al di là di facilità, sicurezza e assenza di dolore. In tale concezione della vita non c’è spazio, per esempio, per il patriottismo e le virtù militari. Il socialista che trova i suoi figli a giocare con i soldati di solito è sconvolto, ma non è mai in grado di pensare a un sostituto vero dei soldatini di piombo. I pacifisti di latta non sono utili. Hitler, perché nella propria mente priva di gioia lo sente con una forza eccezionale, sa che gli esseri umani non vogliono solo conforto, sicurezza, orario di lavoro ridotto, igiene, controllo delle nascite, in generale, il buon senso; anche loro, almeno ad intermittenza, vogliono la lotta e il sacrificio di sé, il rullo dei tamburi, bandiere e sfilate di fedeltà. Tuttavia come teorie economiche, il fascismo e il nazismo sono psicologicamente molto più solide di qualsiasi altra concezione edonistica della vita. Lo stesso è probabilmente vero per la versione militarizzata di Stalin del socialismo. Tutti e tre i grandi dittatori hanno accresciuto il loro potere imponendo pesi intollerabili ai loro popoli. Considerando che il socialismo, e anche il capitalismo in un modo più a malincuore, ha detto alla gente “Vi offro di godervi la vita”, Hitler ha detto loro ” vi offro lotta, pericolo e morte”, e di conseguenza un’intera nazione si getta ai suoi piedi. Forse più tardi si stuferanno di lui e cambieranno idea, come alla fine dell’ultima guerra. Dopo alcuni anni di orrore e fame “La più grande felicità per il maggior numero di persone” è un buon slogan, ma in questo momento “Meglio una fine orribile che un orrore senza fine” è un messaggio vincente. Ora che noi stiamo combattendo contro l’uomo che l’ha coniato, dovremmo non sottovalutare il suo fascino emotivo.
Anche noi siamo caduti nella trappola: chi è Zelensky. Man mano che passano le ore e i carri armati del dittatore scorazzano per Kiev distruggendo auto con persone a bordo – ricordate il gioco Burnout – l’ex attore comico ucraino che parla anche russo assume un ruolo ben definito di unico e legittimato rappresentante eletto dal popolo ucraino.
Al dittatore che addirittura schernisce Lenin per aver accordato l’indipendenza dell’Ucraina nel lontano 1922 Zelensky rappresenta l’elemento vivente più odioso. Zelensky eletto e osannato, lui odioso e dittatore imposto persino nella sua Russia.
Come tutti i dittatori in crisi in patria anche si rivolge all’esterno, cerca di farsi un’immagine di benefattore della patria ottenendo però l’esatto contrario. Allora anche lui arriverà a considerare molti nemici molto onore.
Nella sua stanza dei bottoni – dove spezza solo matite – assisterà alla diserzione dei suoi soldati, quei ragazzi russi chiamati a morire per impedire che il germe della democrazia si insinui nell’impero russo. Ma a chi interessa questa battaglia?
Mattarella e Draghi nulla potranno se l’Italia non si risveglierà nelle coscienze e lo Stato non si doterà di strumenti di controllo efficaci e rapidi
Eletto Mattarella – in tempi non sospetti lo avevamo richiesto, poi avevamo abbandonato l’idea visto le sue intenzioni di lasciare, poi i nostri politici simpaticoni lo hanno rivoluto al Quirinale – finito Sanremo, siamo al carnevale.
Il virus sta facendo il suo lento corso di indebolimento e lascerà al nostro Paese ingenti somme per ammodernarsi.
Poi però apprendiamo che 4 miliardi di superbonus – cosiddetto 110% – sono stati truffati allo Stato, vale a dire nelle numerose cessioni del credito alla fine si è capito che proprio i lavori iniziali che avrebbero dato vita ai crediti stessi erano stati inesistenti.
Il reddito di cittadinanza ha avuto un trend simile, con una schiera di soggetti che ne hanno fruito senza averne diritto.
Insomma: in Italia non puoi fare nulla senza che qualcuno non sia lì, prontissimo, a fregarti. E’ veramente scoraggiante, soprattutto per i giovani che tentano di uscire dalla solita immagine dell’italiano arruffone e sfaticato.
Gran parte delle truffe sembra che si siano verificate tramite la cessione al credito a Poste Italiane, il forziere del Tesoro. Le banche più importanti che si sono affidate ad enti di certficazione del credito seri e affidabili pare non abbiano avuto tante truffe.
Allora è qui il problema.
C’è un mondo di mezzo, un settore né pubblico né privato, un limbo dell’amministrazione pubblica che è ora di demolire.
Non ho mai creduto nel partenariato pubblico-privato. Ho sempre pensato che sia un sistema per scaricare sul pubblico le società non redditizie o peggio addossare ad esse i debiti e lasciare al privato le attività fruttuose.
Vogliamo parlare delle fondazioni, enti previsti non a fini di lucro. In massima parte sono stati usati a piacimento, anche per i propri comodi politici, salvo poi svuotarle di ogni bene e partire daccapo con altre furbizie. Si dice: questo è illegale. Bene: quando arriva la giustizia i giochi sono fatti. I nostri investigatori pubblici, per lo più, sono come la nottola di Minerva che si leva sul far del crepuscolo, quando tutto è avvenuto e nell’oscurità voglio vedere chi riesce a ricostruire qualcosa.
In questo settore di mezzo sei collocano anche il capitalismo italiano e le nostre mafie, pronte a sfruttare ogni occasione per arricchirsi.
Servono controlli rapidi ed efficienti, altro che relazioni al Parlamento che nessuno legge.
Da quanto tempo si dice di regolare le televisioni. Ora a che servono: i programmi sono popolari sì ma si evita di dire che ci sono solo quelli!!! Le TV cosiddette commerciali servono a pagare polici e giornalisti che raccontano sempre le stesse litanie, tanto che prima che aprano bocca si sa già cosa diranno.
Ma i giornalisti non ci dovrebbero informare? Saviano che ha fatto del giornalismo vero la sua avita è costretto a scappare e a non vivere.
Allora cosa fare. Massimo Severo Giannini, che di amministrazione se ne intendeva, diceva di fare i controlli a consuntivo ma, siccome non si fidava, voleva avere un ispettorato pubblico efficiente che ad ogni avanzamento lavori, prima di pagare o riconoscere benefici a chicchessia, inviava sul posto gli ispettori che dovevano certificare l’andamento dell’opera.
Bonus edilizi e reddito di cittadinanza se lo sono intestato i 5Stelle e va loro dato atto. Ma data la loro gioventù forse pensavano che il Paese reale fosse migliore dei politici che detestavano così tanto. Bene, spero abbiano compreso ora che il Paese reale è molto peggio e i politici eletti ce ne forniscono la versione edulcolorata. Una volta si diceva che il privato è pubblico. Oggi mi pare di capire che abbiamo reso privato il pubblico, scaricando su di esso ogni debito, ogni malefatta, ogni settore non appetibile. Lo stesso Draghi dovrà gettare la spugna, lo hanno imbalsamato e irretito oltremodo, con balletti pietosi di riconoscenza in presenza e malvagità dietro le quinte.
Ultima cosa: On.le Gentiloni cerchi di contenersi. La battuta sul fatto che una crescita del 4% nel 2022, anni fa ce la saremmo giocata al lotto, nel pieno di una crisi energetica e sull’orlo di una guerra – senza contare il tonfo economico del 2020 – non ci aiuta per nulla.
Una spettacolare saga della migliore filmografia italiana
Dopo la Grande Bellezza, dedicata alla decadenza di Roma, il Maestro Sorrentino ci narra Napoli, la sua gioventù, il cinema come immaginario collettivo dove rifugiarsi una volta compreso che la realtà è brutta e sciatta.
Il regista Capuano dice a Fabietto/Paoletto che, se vuole fare il cinema, deve avere qualcosa da dire e molto coraggio. E Fabio affronterà il suo futuro da adulto con coraggio nonostante le sue radici fossero state tranciate tragicamente. Scriverà il cinema e che cinema.
Finora i tentativi di scrivere su Napoli non avevano dato molto successo a Sorrentino.
Oggi però il ritorno a Napoli è diverso, ha tutta un’altra connotazione. Con l’aiuto di Maradona e il sogno di Napoli tutto è cambiato. La maturità si affaccia ad ogni inquadratura, scritta e diretta con felliniano spirito.
Così l’assalto iniziale, dal mare, a quella Napoli che, da giovane, lo ha sedotto e abbandonato, segna il ritorno trionfale di Paolo/Fabio, con tanto di elicottero in sottofondo, e schiere di motoscafi che si dirigono verso Castel dell’Ovo.
Una sorta di “apocalypse now” partenopea, per svegliare la città che persegue i suoi millenari riti, compreso quello dell’iniziazione sessuale dei giovani. Il lato misterioso di Napoli si delinea con rara maestria. Masaniello è cresciuto ed è tornato e “nun nce scassate ‘o cazzo!”.
Una città in cui molti ragazzi, sedotti e abbandonati, finiscono in carcere, la vera università del crimine. Ragazzi come Mariettiello che vuole far divertire e impressionare Fabietto ma non conosce nemmeno Capri.
Caravaggio – Le 7 opere della misericordia
Il fratello di Fabio, Marchino, invece ha conosciuto l’amore e, anche se vorrebbe fare l’attore, non trova il necessario coraggio. Vuole essere felice ma ci riuscirà?
I luoghi di Sorrentino, in particolare Bacoli, sono una vera scoperta. Il mare è ovunque. Capuano, uno dei maestri di Sorrentino, è sempre lì a farsi il bagno. Luoghi magici come è magico il piede di Maradona che fa vivere il più bel sogno a tutti i napoletani e non solo.
San Gregorio Armeno
E Sorrentino è tornato a Napoli ma dopo aver mostrato tutto il coraggio per andare via, staccarsene. Inutile dire bravo a Servillo: lui è Napoli, in persona personalmente.
Bravissimi tutti. Musiche che alleviano l’animo. Stavolta, al di là dell’Oceano – dove le luci luccicano – qualche giurato che si vorrà mettere di traverso dovrà motivare bene il gran rifiuto.
Grazie a Paolo Sorrentino, per la sua poesia cinematografica in questo mondo di falsa apparenza e comparse.
Photo by Tom Swinnen on Pexels.com UN ABETE SPECIALEdi Gianni Rodari Quest’anno mi voglio fareun albero di Nataledi tipo speciale,ma bello veramente. Non lo farò in tinello,lo farò nella mente,con centomila rami,e un miliardo di lampadinee tutti i doniche non stanno nelle vetrine. Un raggio di soleper il passero che trema,un ciuffo di violeper il […]
E’ passato tanto tempo da quando ci salutammo (1996?), in realtà è solo una sensazione visto che la terra, la nostra terra rotonda e blu esiste da miliardi di anni. Lei sì potrebbe esclamare: oh quanto tempo è trascorso!!
Insomma a me sembra ieri che trafficavamo intorno al Fiat 690 4 assi, di colore azzurro; mettevamo il grasso sotto il camion, lo lustravamo per essere pronto per il lunedì successivo.
Poi passavi dal padrone per ricevere qualche acconto sul lavoro svolto, alla fine del mese in genere, ma anche prima, perchè c’era da mantenere una famiglia di tre figli e le rate del camion da pagare.
Si costruiva l’autostrada del Sole, che bella opera. Congiunge come un lunghissimo nastro d’oro il Nord e il Sud d’Italia, un’unione facile con l’asfalto più difficile con le persone.
Guarda, oggi le opere che ci avete lasciato stanno lì, per la verità con grossi problemi di manutenzione. Sì non siamo in grado nemmeno di mantenere le cose che ci avete lasciato in eredità, per le quali avete dato tutto di voi stessi un pò accecati dal boom economico e da tante balle sulla 5 potenza mondiale che vi raccontavano.
L’Italia del Sud resta una società agricola che vive sulle coltivazioni stagionali grazie all’immigrazione dall’Africa per la raccolta dei frutti.
Poi ha entrate grazie al turismo, florido, dato il clima mite e l’enorme forziere di opere d’arte che detiene.
Il centro d’Italia appartiene alla politica e alle sue vicissitudini. Oggi i politici sono avversati e le elezioni, conquistate con grandi sacrifici, hanno affluenze attorno al 40% dei votanti. Così anche Roma, capitale della politica, attraversa una profonda crisi, mitigata soltanto dalla presenza del Vaticano e di un Papa che sa farsi voler bene.
Il Nord, dal punto di vista economico, è un’altra cosa. Tutti corrono, lavorano, quasi fossero calvinisti. Risentono della vicinanza della Svizzera e della Germania che non hanno mai smesso di produrre. Nemmeno durante la guerra mondiale.
Questo a grandi linee. Poi c’è che siamo sempre più vecchi. I nostri cugini francesi vanno meglio. Il Covid-19 ha ridotto la natalità. Ed è un paradosso ma non tanto. Chi ha voglia di regalare ad un bimbo questo mondo attuale, con un futuro terribile di inondazioni e distruzioni, di epidemie sempre più potenti?
Rimpiango le nostre battute di pesca in riva al lago di Bolsena quando la tua canna si impigliava tra i rami dei pioppi e arrabbiato mettevi via tutta l’attrezzatura. Poi si tornava a casa con quella bella Alfa Romeo Giulietta sprint, rossa, unico tuo svago e divertimento insieme alle bocce e alle partite a carte.
Che dire. Domani sorge di nuovo il Sole. Questo è il più grande dono che abbiamo. La nostra stella. E poi i nostri affetti, quelli sì ci tengono compagnia e ci danno la forza di andare avanti anche se la vita, come ci ricordava il Sommo Poeta, somiglia più ad una selva – come quella dell’Amone dove tu un giorno ti perdesti – che ad un’autostrada bella e liscia.
Ti terrò informato sempre se sei ancora interessato alle vicissitudini di questa terra sempre più ad encefalogramma piatto. Pensa che persino uno come me c’è cascato. La tachipirina fa male perchè incide sui polmoni. Per cui i medici di base che la consigliano, anche nella fase vaccinale su indicazione del Ministero della Salute, sarebbero incompetenti. La TV sono due anni che ci ammannisce di tutto. Il virus è stato la salvezza per una TV subdola e spendacciona alla continua rincorsa di soggetti ai quali non daresti in gestione nemmeno il condominio. Figuriamoci la salute. Ma è la pubblicità che fa la TV non viceversa. E la pubblicità va dove vanno gli ascolti e questi vanno dove stanno e parlano proprio quei soggetti inaffidabili. Roba da non crederci.
Da ultimo ti dico che stanno tutti ben caldi al governo della Repubblica e il Presidente, alla fine del settennato, preferisce andarsene. Che te ne pare a te che hai avuto Pertini, mica giuggiole?
Come al solito quando si parla di giustizia viene dato mandato a qualche commissione di specialisti più o meno titolati di redigere una legge delega che fissi i principi ai quali si deve poi dare attuazione con decreti legislativi.
Un meccanismo perverso che mai porta a raggiungere gli obiettivi di celerità e snellimento dei procedimenti. Non per colpa delle procedure ma a causa del tira e molla che inizia già dalla redazione delle legge delega sui cardini della riforma.
Per cui i problemi via via sono: la prescrizione, i filtri preprocessuali, le impugnazioni ecc. Insomma si vuole risolvere la lungaggine dei processi con la riforma di alcuni istituti processuali che si è visto, anche in passato, non ha dato i frutti sperati.
Chi vuole riformare davvero la giustizia deve frequentare le aule e le cancellerie dei Tribunali e delle Corti di appello. Da quello che so in regime di pandemia i cancellieri non potevano svolgere il proprio lavoro da remoto, per l’assenza di un’implementazione informatica che rendesse attuabile lo smart working. Nel penale il processo telematico è stato introdotto da poco. Così pure in Corte di Cassazione.
Per cui prima dei massimi sistemi serve una piattaforma informatica che renda possibile la gestione celere dei giudizi, dall’instaurazione fino alla sentenza. Serve inserire giovani nelle cancellerie, più adatti a gestire telematicamente i processi. Serve introdurre giovani magistrati.
Lo scontro sulla prescrizione è il classico cane che si morde la coda.
I giudici sono per dilatarla, dall’altra parte c’è chi vuole limitarla.
I ritardi dell’apparato sono utili a tutte e due le parti. Per i giudici si tratta di trascinare sine die processi difficili che non si vogliono chiudere per tenere sotto controllo alcuni soggetti. Per gli imputati la prescrizione è una delle vie per restare impuniti.
Un meccanismo infernale sul quale si dicono cose non veritiere.
Per esempio si dice che gli imprenditori non investono perchè non c’è certezza del diritto. E’ vero ma ci si dimentica che quel sistema che alla fine porta all’impunità attira gli imprenditori del malaffare, i collusi con le mafie dove i vertici si decidono nelle consorterie delle associazioni più o meno segrete.
In questo sistema fioccano i dossier per delegittimare chiunque voglia riformare davvero il Paese. Continua la guerra per bande, più o meno politiche, per acciuffare gli appalti pubblici, spartirsi i posti direzionali delle partecipate, l’occupazione partitica della Rai e delle altre aziende pubbliche.
Così i più bravi e motivati si fanno indietro e subentrano quelli che sanno aggiustare le cose, siano essi bilanci o guai giudiziari. Gli affaristi che dopo decenni di malefatte si pentono e vuotano il sacco infangando tutti i loro sodali per rifarsi addirittura una verginità.
Ma sono lacrime di coccodrillo dovute al tintinnare delle manette.
Così, alla fine, la riforma del rito civile da poco approvata ha costituito la mediazione possibile del suddetto tira e molla.
Ad appena sette mesi dalle elezioni in Francia l’ombra lunga dell’ideologo della destra francese, Zemmour, mette le ali al Presidente uscente il quale, in tutti i modi, cerca di arginare il netto calo di consensi che lo vede protagonista.
La firma del trattato, i cui contenuti restano ancora segreti, hanno riunito attorno ad un tavolo il Presidente Mattarella e il Presidente Draghi, una coppia destinata a dividersi alla fine di gennaio 2022.
Le frecce tricolori e francesi hanno volato sul cielo di Roma suggellando l’accordo che pare ricalchi quello già esistente tra Francia e Germania firmato con la Merkel.
Non si sa quanto questo accordo fosse gradito al partito di maggioranza, i 5 stelle, i cui Ministri e dirigenti non si sono visti dalle parti del Quirinale.
Quale significato? Si tratta di un passaggio di consegne tra il Presidente uscente e Draghi, già Presidente della Repubblica in pectore, ovvero una buona ragione per tenere incollato sul colle più alto il Presidente Mattarella?
Lo scopriremo solo vivendo ma i guastatori sono già all’opera per scompigliare i piani di Conte e di Letta. Vedremo se ci riusciranno.
A noi sembra che questo accordo, con le imprese e la grande distribuzione francese stabilmente insediata sul nostro territorio, sià più favorevole ai nostri cugini in possesso di armi e centrali nucleari.
Soltanto a livello turistico potremmo avere un discreto ritorno economico visto che le nostre spiagge rappresentano il naturale sfogo degli europei del nord, stanchi di pioggia e nebbia.
Infine ormai è chiaro che in Europa soltanto l’Italia è riuscita finora a governare l’uscita dal Covid-19 in modo chiaro e ordinato raggiungendo picchi di vaccinazioni impensabili in altre nazioni.
Ciò alletta molti. L’ Italia denuclearizzata e con una modica circolazione del virus è il migliore biglietto da visita per chi vuole trascorrere le vacanze 2022 in pace e in sicurezza dopo un defatigante 2021.