IL PARTIGIANO GIULIO QUESTI

Auguri Italia sempre dalla parte sbagliata

Chi ce lo fa fare di rischiare la pelle si chiedeva un giovane partigiano sulle Montagne sopra a Bergamo. Rispondeva subito qualcuno più anziano della Brigata che operava da quelle parti: “i tedeschi bruciano le case, violentano le donne, calpestano il suolo della nostra Patria, sono ragioni più che sufficienti per rischiare la vita e cercare di cacciarli”.

Giulio Questi fu uno di loro e i suoi ricordi li ha pubblicati in “Uomini e comandanti” presso Einaudi. Le sofferenze di quei giorni in montagna, gli ordini, i compagni raccolti via via che la Brigata si ingrandiva, le fucilazioni. L’Italia che voleva la liberazione dal nazifascismo è tutta in quelle azioni più o meno pianificate, agli ordini che venivano eseguiti, agli ideali che ognuno si portava dentro. 

In un’intervista a Repubblica alla domanda cosa fu per lui la liberazione Giulio Questi rispose: “Furono giorni memorabili. Ma subito dopo ci sentimmo spersi. Eravamo stati la legge. E poi più niente. Ci tolsero le armi. La grande allegria di libertà si spense a poco a poco. Lo Stato si riorganizzò nel nome della continuità. Tornarono i vecchi prefetti. Per cosa avevamo combattuto?”

Ecco, dopo ogni rivoluzione o insurrezione si torna indietro, c’è la restaurazione. Chi ha combattuto rischiando la vita e magari pensava ad un rinnovamento generale della società è destinato a forti delusioni. Cacciati nazisti e fascisti, al capitalismo occidentale non parve vero ricostruire e impossessarsi di quello che restava dell’Europa, giungendovi prima dei russi che incombevano da est.

Cosa fa un liberatore/conquistatore: installa basi missilistiche, costruisce un’alleanza militare solida come la NATO, pensando che il prossimo scontro potrà solo essere soltanto con nazioni ove è cresciuto il comunismo. Con la caduta del muro di Berlino nel 1990 e la fine degli accordi di Yalta l’immaginaria linea di difesa a protezione dell’occidente dal comunismo espansionistico dell’ex URSS si è spostato sempre più ad Est. Così arriviamo ai giorni nostri, all’invasione dell’Ucraina. Situazione molto diversa da quella degli anni 1943/1945. Qui ci sono stati accordi, quelli di Minsk, che Francia ed Inghilterra dovevano far rispettare nelle zone del Donbass, cosa che invece non è avvenuta.

La Russia attuale poi ha combinati uno dei guai più inspiegabili con l’invasione dell’Ucraina. Così ha tagliato i ponti con l’occidente a cui è storicamente legata (un tempo si parlava il francese si pensi un pò) isolandosi in una politica del tanto peggio tanto meglio, brigando in Africa e in medio Oriente. Dove la porterà questa politica sotto l’egida della Cina ormai quasi padrone del mondo non è dato sapere. Quello che è certo è che il battaglione Azov e la Wagner sono mercenari pagati per rischiare la vita e non hanno nulla a che fare con la resistenza italiana contro il nazifascismo.

Ormai l’ex blocco sovietico si è disintegrato ed è fallita la spinta a coinvolgere nel progetto europeo la Russia. La linea che dal Baltico arriva al Mar Nero costituisce la nuova frontiera, via via destinata ad essere rafforzata dal punto di vista militare.

I crimini commessi dai russi e dalle truppe mercenarie sul territorio ucraino impediscono che si giunga ad una pace vera. Sarà sempre un cessate il fuoco destinato a durare poco. Nel tempo poi le cose cambieranno. Basta considerare che i tedeschi che si sono macchiati dei più orrendi crimini di guerra oggi si trovino a pieno titolo in Europa e, anzi, forniscono armi all’Ucraina sostenendo l’anelito di quel popolo alla riconquista dei territori conquistati dai russi.

La guerra partigiana descritta da Giulio Questi è uno spaccato degli ideali e delle dure condizioni di vita di ragazzi con meno di vent’anni che volevano combattere per un Paese libero e socialista. Ma la resistenza ebbe anche altre componenti, persino quella monarchica. Incredibile ma vero visto che il fascismo si insediò all’inizio grazie alla debolezza della Monarchia che se avesse voluto avrebbe bloccato sul nascere la dittatura. 

Così l’Italia si divise di nuovo tra chi era pronto a passare dalla parte della Russia comunista e teneva le armi in cantina e i partiti occidentali che, come la Democrazia Cristiana, volevano restare sotto la protezione dell’America e della NATO.

Il Movimento Sociale, da cui proviene il nostro attuale Presidente del Consiglio, fu tenuto fuori dal cosiddetto Arco Costituzionale per anni, non avendo voluto ripudiare con chiarezza le idee fasciste. Onore a Gianfranco Fini che invece si assunse questa responsabilità a Fiuggi.

Ma anche oggi l’Italia è schierata con Paesi come l’Ungheria e la Polonia che notoriamente sono governati con il pugno di ferro nei confronti delle libertà essenziali. Di nuovo in minoranza, di nuovo dalla parte sbagliata della storia. Auguri Italia e italiani liberati e governati da gente a cui non affideresti nemmeno il condominio.

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Ancora sulla sinistra

L’Europa delle banche si è ripresa la scena. L’inflazione e le obbligazioni a reddito basso che hanno in pancia rischiano di fare collassare il sistema. Risultato è che si alzano i tassi, misura però non risolutiva. In questo quadro la sinistra non sa che pesci prendere.

Che l’Europa vada a destra se ne sono accorti tutti. Quando tutto si è un pò allentato, quando si parla un linguaggio nebuloso e si fa fatica a distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo e le regole hanno raggiunto limiti tali da essere inapplicabili arriva puntualmente la spinta contraria, quella della destra armata di patria, famiglia e moschetto.

I soldi facili, gli interessi negativi sulle obbligazioni, la stampa continua di moneta da parte di tutte le banche centrali sono misure che non potevano durare a lungo. E’ arrivata puntuale la stretta sul credito che ha tirato giù le pere marce dall’albero ma che crea problemi anche alle banche che marce non sono. Così il debito pubblico italiano rischia di divenire insostenibile considerata la crescita esponenziale degli interessi.

A Francia e Germania non è parso vero che Draghi, profondo conoscitore del sistema, uscisse di scena. Probabilmente attribuiranno a lui la colpa di trovarci con un debito altissimo, un’inflazione senza controllo e un’economia stagnante. Le banche europee sono venute fuori reclamando un’idonea remunerazione delle loro attività. Infatti l’inflazione taglia sia il valore dei crediti che quello dei debiti. Le banche che in periodi di crisi sono state obbligate ad acquistare le obbligazioni statali con rendimenti irrisori. Oggi sarebbe interessante vedere a quale valore quelle obbligazioni sono inserite nei bilanci delle banche, titoli che il mercato mai si sognerebbe di assorbire. Infatti ora sono stati emessi titoli di stato con interessi più alti e copertura dell’inflazione. Altrimenti i risparmiatori non li intercetti di sicuro. Come al solito lo Stato pantalone riacquisterà via via quelle obbligazioni ormai privi di valore e in cambio le banche collocheranno i nuovi titoli. Ormai in campo finanziario non esiste più il libero mercato. Vige un’economia statale di guerra di fronte alla quale gli istituti di credito non possono che essere accondinscendenti.

Così la governance franco-tedesca della BCE sta rialzando i tassi d’interesse sperando che il sistema si aggiusti. Ma non è detto.

In questo quadro la sinistra ha pensato bene di prendere in mano, quasi esclusivamente, la battaglia dei diritti delle minoranze che al resto del Paese proprio non interessa. E si diceva che Letta non c’aveva capito niente. D’altra parte il terzo polo che doveva avere i temi economici più nel mirino si accapiglia su questioni organizzative interne.

Così la destra ha una prateria per scorazzare, verificare le idee più estreme, acquisire consensi elettorali sempre maggiori. In Italia non bastano le idee. Devi far vedere quello che sai fare. E’ vero Bonaccini e la Schlein hanno fatto bene in Emilia Romagna ma si tratta di una regione che in Italia è stata sempre avanti insieme al Nord, una regione profondamente diversa non solo dal Sud ma anche dalle zone centrali sottosviluppate.

E allora è ora che i politici e gli intellettuali di sinistra, quelli di Capalbio, delle barche a vela, dei saggi sulla politica, di Cortina, vadano nei campi, sperimentino la durezza del lavoro mangiando cacio e cicoria e poi tornino alla politica. Altrimenti la politica resta nelle mani dei ricchi sia di destra che di sinistra. Invece, pare, si interessino delle prossime regate e di fissare con anticipo le vacanze estive tanto c’è il Presidente Meloni che risolverà tutto. Bella roba sì.

Auguri a Elly Schlein

Segretario PD – Scenari – Ringraziamenti

Innanzitutto vogliamo ringraziare Enrico Letta, per le difficoltà che ha dovuto affrontare nel perdere quasi tutte le elezioni tenute durante il suo mandato. Pare che il campo largo andava bene solo se restava Draghi o qualcun altro grand commis dello Stato.

Foto da “Repubblica”

Tornati al popolo il campo largo è divenuto una campo da calcetto dove la destra si è divertita a fare goal da ogni angolo.

A parte le battute però di Letta abbiamo apprezzato il carattere mite e la correttezza. Forte è stato anche quando ha proposto di destinare quote delle eredità alla creazione di posti di lavoro per i giovani. Allora si sono alzati in piedi tutti i ricchi d’Italia con in testa Berlusca che ha subito promesso di aumentare le pensioni agli anziani che hanno lavorato tutta la vita. Ma i giovani cosa dovrebbero fare? Si fa finta di non sapere che il capitalismo ormai si rivolge e si rifornisce nei luoghi ove la manodopera è pagata miseramente. Inutile che Papa Francesco ricordi l’importanza del lavoro: il capitalismo non ha anima.

La nuova segretaria Elly all’età di 39 anni ha bruciato tutte le tappe senza passare dal via. E’ stata eletta persino al Parlamento europeo pescando nello stesso acquario ove insiste il buon Bonaccini.

Da Bologna la grassa al magro bilancio dello Stato è un passo notevole. Bene le manifestazioni antifasciste a cui ha partecipato ma Elly dovrà dimostrare che non è opportuno lasciare praterie elettorali alla sua destra. Qualcuno diceva una volta che le elezioni si vincono al centro. O forse non è più così.

E anche il ritorno di fiamma con Conte non fa presagire vittorie elettorali a breve. Addirittura Grillo si è mostrato soddisfatto della scelta operata per la nuova segreteria. Lui che ha messo al comando Di Maio e poi lo ha cucinato ben bene.

Tra reddito di cittadinanza e superbonus non si sa il deficit prodotto cui dovranno far fronte le generazioni future. Non saremo noi però, nella giornata della festa delle donne, a demolire la figura di una donna segretaria del PD. Anzi diamo a Lei e al suo staff che ha giurato sarà tutto nuovo i migliori auguri di buon lavoro sperando di non dover attendere il 2027 per qualche soddisfazione elettorale a sinistra.

Ricordiamo però a noi stessi che l’Italia, dopo l’imbarbarimento generale prodotto dalle televisioni monopolistiche di Stato e del Cavaliere, forse è tornata al tempo di Cavour quando lui stesso sul letto di morte ammoniva che c’era bisogno di fare gli italiani. Quindi, siccome Calderoli vorrebbe addirittura tornare al tempo dei Comuni e dei servi della gleba, forse è inutile battersi sui diritti civili con questo Parlamento retrogrado e militaresco, mentre potrebbe tornare utile allearsi in Europa con le forze progressiste e stoppare le destre almeno in Europa nel 2024.

Fiori dipinti

Dipingere fiori secondo OpenAI.

In psicologia, il significato di dipingere fiori dipende dalle circostanze e dal contesto individuale di chi dipinge. In generale, però, i fiori possono rappresentare simbolicamente vari concetti, come la bellezza, la fragilità, la vita, la morte e la rinascita. Ad esempio, per alcuni individui, dipingere fiori può essere un modo per esprimere la propria creatività e sensibilità artistica, mentre per altri può essere un modo per affrontare l’ansia o la depressione attraverso l’arte terapia. Inoltre, dipingere fiori può anche riflettere le proprie emozioni e esperienze personali, come ad esempio la gioia o la tristezza, la nostalgia o la speranza.In definitiva, il significato di dipingere fiori in psicologia varia a seconda della persona e della situazione, ma generalmente questi possono essere considerati come un simbolo di bellezza, di vita e di rinnovamento.

In generale, i fiori sono spesso associati a idee di bellezza, gioia e rinascita. Alcuni psicologi potrebbero quindi interpretare il dipingere fiori come un modo per esprimere emozioni positive o per cercare di creare una sensazione di felicità attraverso l’arte.

Tuttavia, come accennato in precedenza, l’interpretazione del significato psicologico di dipingere fiori può variare notevolmente in base al contesto e alla persona. Ad esempio, se un artista dipinge fiori tristi o appassiti, ciò potrebbe suggerire una visione più pessimistica della vita o un senso di perdita o tristezza.

In ogni caso, è importante notare che l’interpretazione psicologica dell’arte è complessa e richiede una comprensione approfondita dell’artista e del contesto in cui è stata creata l’opera. In psicologia, il significato di dipingere fiori può variare a seconda del contesto, del soggetto che dipinge e della sua esperienza di vita. 

Per esempio, alcuni psicologi interpretano i fiori come un simbolo di bellezza e armonia, quindi dipingere fiori potrebbe essere un modo per esprimere un desiderio di pace e tranquillità interiore. In questo caso, il colore e la disposizione dei fiori dipinti possono rappresentare l’umore e lo stato d’animo dell’artista.

Inoltre, i fiori sono spesso associati a emozioni come l’amore, la felicità, la speranza e il conforto, quindi dipingere fiori potrebbe essere un modo per esprimere sentimenti positivi o per cercare conforto e guarigione.

Infine, il significato di dipingere fiori potrebbe essere influenzato anche dalle esperienze personali dell’artista. Ad esempio, se l’artista ha trascorso molto tempo in un giardino o ha avuto un’esperienza significativa legata ai fiori, dipingere fiori potrebbe rappresentare un modo per rivivere quella esperienza o per esplorare i ricordi ad essa associati.

I giardini di marzo si vestono di nuovi colori

Battisti-Mogol

Per i suoi 86 anni Mogol rilascia una intervista al Corriere della sera che segnalo per le notizie che ci fornisce su Lucio Battisti.

Come si sono incontrati, come scrivevano le canzoni che poi sono diventate l’anima degli anni ottanta e non solo.

“Il mio canto libero” ad esempio è stato scritto dopo che Mogol aveva divorziato dalla moglie e aveva conosciuto un nuovo amore. Cose rivoluzionarie per quel periodo.

Riunione del club dei sette a Roma

Roma – Tavernaccia – Olio – Vino – Pensioni – Politica

Ieri sera prima riunione del club che ha visto parlare del più e del meno sette persone di nessuna rilevanza sociale, nè dotati di alcun potere. Tuttavia la prima notizia che è stata discussa è l’adeguamento all’inflazione delle pensioni con arretrati intorno ai 140 euro sulla rata di marzo a seconda degli scaglioni in cui si colloca il proprio trattamento pensionistico.

Il costo della cena è stato intorno ai 30 euro e insomma i denari elargiti dal governo hanno coperto tale spese. I menu scelti si sono divisi tra pizza e birra da una parte (nr. 4) e pappardelle al cinghiale e vino bianco dall’altra.

La serata era rigida ma non troppo ma si percepiva un pesante smog su Roma da quando la destra ha vinto le regionali, tanto che sugli abiti, alla fine, avevamo tutti un pò di cenere nera sugli abiti.

La discussione si è animata quando tutti ci siamo affannati a comprendere il perchè la sinistra ha perso anche le elezioni della parrocchia!!!! Intanto il più a sinistra del club ha parlato di inesistenza dei temi di sinistra anche nel PD. La sanità ormai è in mano ai privati e le strutture pubbliche sono allo sbando. Così la scuola abbandonata a se stessa e via dicendo. Reddito di cittadinanza e superbonus sono stati altrettanti motivi di soccombenza elettorale. Il termovalorizzatore a Roma poi, portato come elemento di bandiera, ha fatto sì che gli elettori di sinistra siano rimasti a casa.

Insomma, quanto era bella la sinistra di un tempo, addirittura quella del liceo. Questo denota l’incapacità di noi giurassici di capire l’evoluzione o involuzione della società. Per esempio ho provato ad introdurre il tema Fedez, ma inutilmente. Quasi tutti se ne sono strafregati perchè lui ha i soldi. Oppure ci siamo chiesti chi butteremmo dalla torre tra Putin e Zelensky, ma nessuno ha risposto. Sui temi economici è emersa l’incapacità anche di questo governo di mettere mano alle riforme strutturali del Bel Paese. Sugli armamenti ci si è chiesti come fa un Paese come la Germania, perdente e devastante in Europa nella seconda guerra, ad avere carri armati di nuova generazione mentre langue la ricerca per nuove fonti di energia e in Italia i nostri soldati si muovono ancora con le Jeep del secondo conflitto mondiale.

C’è stato poi uno scambio di notizie molto private ma sempre in campo sanitario che è apparso il tema più cruciale per noi rappresentanti della terza età e si è evidenziato come nel periodo in cui ti servirebbero cure celeri e a buon mercato sei invece abbandonato ad un sistema costoso e inefficiente.

Quando ti servirebbe una copertura assicurativa ecco che la società ti dice: arrangiati. Dopo 42 anni di lavoro indefesso senza inde, la cosiddetta governance spera in una tua veloce dipartita. Diventi un peso. Non ci sono più gli Enea con il padre sulle spalle e il figlioletto condotto per mano.

Ma i soggetti del club sembrano in buono stato, un pò ammaccati, ma pronti a vendere cara la pelle, soprattutto a tavola. Sono buoni camminatori, buongustai, eccellenti piloti, lettori e creatori di ricchezza morale. Per questo si prendono le distanze dalla politica trafficona e parolaia.

Perchè accanirsi sulla sinistra che non c’è più. Notte sul Tevere.

Riflessioni a margine delle sconfitte elettorali – Astensionismo

Ci fanno notare (critiche sempre gradite) che si sta abusando della parola “sinistra” dal momento che, a livello politico, non c’è più un soggetto che abbracci le idee essenziali della sinistra. Infatti abbiamo assistito alla demolizione dell’art. 18 e alla privatizzazione della sanità e della scuola. In aggiunta si è fatta la politica dei voucher e il job act. Mi pare che siano scelte a partire dal governo Renzi.

Si addebita molto questa situazione a Letta che essendo stato in Francia forse non si è reso conto a che livello di evaporazione fosse giunta la sinistra, giunto in Italia con idee progressiste ma poco realistiche. Così Letta al massimalismo dei 5Stelle ha preferito che l’Italia finisse governata dalla Presidente Meloni, male sicuramente minore dello sfascio proposto dall’assistenzialista Conte. Questa in sintesi l’analisi proposta dal nostro amico di merende.

Che dire in proposito.

Si tratta di giuste considerazioni ma era chiaro fin dall’inizio che la parentesi emergenziale, con i governi presidenziali che tenevano fuori proprio Fratelli d’Italia, sarebbe prima o poi finita e le lacrime e sangue versati durante quel periodo avrebbero finito per colpire i partiti/movimenti sostenitori di tali governi. Il centro destra si è imposto con la forze trainante di Fratelli d’Italia. Lega e Forza Italia ne hanno beneficiato.

A Roma, come avvenne tempo addietro, i quartieri popolari come Tor Bella Monaca hanno votato il candidato delle destra che ha interpretato meglio i loro bisogni di ordine e sicurezza, esigenze prioritarie in quelle zone. In Lombardia il voto ha premiato un governo che va avanti da decenni e che evidentemente soddisfa le esigenze di quella regione. Si sa che le amministrative non sono sovrapponibili alle elezioni politiche. Influiscono molti fattori tra i quali campeggia il pensiero che tanto non si tratta di scelte fondamentali irreversibili e che, viste le poche risorse a disposizione, chiunque può imbastire una minima azione di governo regionale. Il votante non si fa tanti calcoli. Nel Lazio poi la gente non può trascurare il fatto che se hai bisogno di una visita o di un esame diagnostico urgente è impossibile rivolgersi alle strutture pubbliche che hanno tempi d’attesa di mesi.

Nel tempo si sono viste le strutture private in convenzione o meno conseguire enormi guadagni, grazie anche alla pandemia, mentre le strutture pubbliche sovraffollate, in particolare i pronti soccorso, che accumulano debiti e vedono molti medici rivolgersi altrove.

Nel Lazio poi la scelta del termovalorizzatore come idea-guida della campagna elettorale è stata la più demenziale. Una scelta su cui era già caduto il governo Draghi e che ha impedito, di fatto, l’accordo con i 5Stelle. Siamo sicuri che la gente sia favorevole al termovalorizzatore? Che voglia un altro grande camino alle porte di Roma in aggiunta a quelli delle centrali di Civitavecchia e di Montalto di Castro? Avrei tentato una consultazione popolare al riguardo.

L’oggi ci dice che il PD sta scegliendo il segretario come se si tratti del problema dei dirigenti che ha determinato la sconfitta e non le proposte politiche rappresentate durante la campagna elettorale.

Vedremo il prossimo anno alle europee che succederà. Nel frattempo occorre che si marchi strettamente il governo di destra che potrebbe lasciare un’Italia ordinata ma ridotta alla fame.