Ombre di Marco Vichi, Guanda 2022.
Tutto può cambiare da un momento all’altro magari leggendo un romanzo di successo.

Il passato non torna perché, semplicemente, non è mai andato via e in ogni momento può ridarci il film di quanto avvenuto ma con la scrittura di una nuova sceneggiatura.
E l’intreccio che Vichi imbastisce con questo romanzo della maturità denota come sia intrisa, la sua scrittura, di poliziesco e non solo.
Così può capitare che qualcuno si sia fatta un’idea sbagliata di come sia avvenuto un suicidio oppure che una donna si sia considerata lontana mentre era vicinissima e innamorata persa.
Insomma le numerose pagine del romanzo sfilano via bene perché ben scritte e con un filo conduttore ben saldo quello di una famiglia che si sta riposando al mare.
A volte ci si trova ad un bivio e si sceglie una strada, quella strada che ci porterà in paradiso o all’inferno. E’ un attimo, ci si distrae, si accetta qualche compromesso, ci si fa convincere. Così la vita cambia, si percorrono nuove strade e tutto può divenire tragico. Come nella tragedia greca. Date certe premesse, ad esempio la nostra cosiddetta civiltà che si accanisce sui più deboli, ecco qua che mostri, depravati e violenti te li trovi dietro l’angolo senza nessuna colpa se non quella di voler vivere una vita decente con una persona che ami.
Ma non c’è solo il marcio nella società. Vichi ci propone una realtà, quella dell’editoria, forse anche troppo edulcorata. Ma ci vogliamo credere e speriamo che sia così, perché la società in qualche modo almeno risarcisca chi è stato pesantemente danneggiato dai malvagi senza i quali il romanzo non avrebbe senso.