Il ritorno autunnale

Riflessioni sparse – Voglia – Ispirazioni – Attese – Arte

Il ritorno alle usate occupazioni, agli spazi vitali che siamo abituati a vivere durante la maggior parte dell’anno e il lavoro, per chi ce l’ha, è un sentimento studiato a più riprese da psicologi e sociologi.

Intanto perchè cresce sempre più la voglia di non tornare, di sentirsi liberi di librasi nel mondo, ritenendo una iattura la routine e i luoghi straconosciuti.

Poi perchè questo ritorno coincide con la fine dell’estate, la bella stagione dei poeti, gli attimi di libertà belli e irripetibili una volta tornati in città o al lavoro.

Ancora perchè quest’anno la farà da padrone la politica che viene detestata sempre più come una zavorra che nessuno vorrebbe ma che è necessaria per una democrazia ormai svuotata dei suoi sentimenti più nobili.

Insomma tutto sembra volgere verso il basso inclusa la temperatura.

E’ il capitalismo/comunismo che ci ha plasmati così. Qualsiasi tipo di organizzazione sociale adottiamo ci vuole in forma per il lavoro, per la produzione dei beni. Si può essere liberi ma per un periodo determinato poi, finita la ricreazione si deve tornare perchè l’economia è così. E non crediate che il ricco sfugga a questo meccanismo. Lui anzi ne soffre maggiormente. Basta guardarli. Sono sempre incazzati neri, consapevoli che la ricchezza è un bene effimero che va curato ogni istante della vita. Briatore che si è assunto la veste anche di selezionatore di giovani per l’imprenditoria ha nominato suo figlio di 12 anni amministratore delegato di una società. Si è traviati da piccoli anche dal lato capitalistico. E non c’è stata un’età dell’oro per le nostre civiltà. Gli unici momenti di felicità collettiva si sono avute dopo le catastrofi, quando, ad esempio, è finita una guerra disastrosa. Allora tutti si danno da fare, si ricostruisce, si diventa buoni, ma poi anche quest’età finisce e tutto torna plumbeo come il cielo di Londra.

Anche per gli studenti, che non sanno quali sbocchi lavorativi riserverà a loro la società del benessere, il ritorno sui libri è duro e mette alla prova la loro resistenza allo sballo. Ma occorre resistere, ricorrendo all’arte o alla religione a seconda delle nostre credenze. Sono due attività che ci aprono la mente spesso intenta a rimuginare sul chi me lo fa fare. L’arte non ha una finalità, a parte quella dell’artista di essere remunerato. Poi però l’opera d’arte ad ognuno racconta una storia, apre uno scenario nuovo. Ci fa volare sopra il cielo autunnale. Insomma arte, affetti e attività sportiva possono lenire la sofferenza di tornare alle usate abitudini.

L’ autunno, con i suoi colori, ci dice di spogliarci e colorarci per risorgere a primavera più belli di prima, dentro e fuori.