La politica di destra – L’Europa – La crisi – Poveri e ricchi
Non so voi che sensazioni avete ma la prima che viene subito in mente in questo fine autunno freddo e uggioso è che il vento sia cambiato, che l’Italia sta sul suo territorio, si occupa dei problemi interni e fuori succeda quel che succeda ma sono affari di altri.
Questa sensazione è rafforzata dalla questione dei migranti. Sì perchè quei disperati hanno un estremo bisogno di transitare dall’Italia e questo non si può fare. Nell’immaginario della destra transitare sul territorio italiano, per di più se non vuoi restare e non hai quattrini, diventa una affare di Stato. Ed ecco allora parole, dispacci, decreti, espulsioni, accompagnamenti in Francia, insomma la guerra della destra è quella ai migranti. Del resto non ci curiamo. Così il Ministro dell’Interno viene incarnato dalla figura di un Prefetto della Repubblica, che tempi addietro, al massimo, poteva diventare Capo della Polizia. Ci hanno risparmiato la nomina di un generale di copro d’armata ma, se le cose precipitano, quella sarà la seconda scelta di questo governo.
Comunque, si dirà, sono elucubrazioni di soggetti avversari politici, fuorviati dalla lente dell’ideologia. Speriamo sia così perchè il prossimo anno l’emergenza potrà diventare la crescita pari a zero, l’inflazione a due cifre, il caro energia e l’impennata del debito pubblico del quale pare che ormai non si curi più nessuno. Forse imploreremo l’Africa a mandarci più manodopera a poco prezzo e in nero. Chiedere agli imprenditori agricoli a che punto sono.
Un’altra idea malsana che ci sovviene è quella di obbligare i giovani a cercare un lavoro e accettare qualsiasi proposta che venga fatta loro. Come non si sappia che i lavori offerti rappresentano miseria e sfruttamento perchè i lavori nobili, quelli protetti insomma, non ci sono più. E ci saranno sempre di meno con la sostituzione digitale sempre più potente.
In questo quadro la sinistra va a congresso. Un nuovo capo però non risolverà un bel niente. In tempi di vacche magre è la destra che vince e che ha vinto. Ci si affida sempre all’Uomo/Donna della Provvidenza che, si sa, fallirà miseramente ma per qualche anno ci mette l’animo in pace.
E allora balliamo sul Titanic fintanto che reggono i motori e la chiglia tiene. Torniamo al focolare con le donne che rammendano i vestiti e sotto la cenere mettano le patate. Soltanto la donna/uomo può ambire a uffici più alti, quella che si è rimboccata le maniche e porta i pantaloni, guai ad essere intelligente e bella.
Da ultimo, è chiaro che non siamo più in Europa, noi facciamo da soli. I cosiddetti frugali (olandesi e altri) e non solo loro, attendono sulla riva del fiume che “Italia first” passi per prima.
La donna del popolo ha sostituito il manager banchiere e, di colpo, i nostri fornitori di legna via via sono scomparsi.