Sommergibili nucleari – Portaerei nucleari – Russia -Nato
Abbiamo già dato ragazzi. La seconda guerra mondiale ha dato la possibilità ai nostri salvatori di radere al suolo la Germania e, parzialmente, le altre nazioni europee. Sul Giappone poi è stata testata la potenza delle bombe nucleari.
Tutto questo, oggi sembra un brutto sogno. La nascita dell’ONU sembrava un ottimo strumento affinchè quelle distruzioni non fossero più possibili. Ha funzionato soltanto come blocco dei piccoli conflitti senza coinvolgimento diretto delle grandi potenze che nel Consiglio di sicurezza ONU hanno potere di veto.
Quindi, non appena la Russia ha mosso il sommergibile nucleare che arma la bomba nucleare in grado di distruggere gli Stati Uniti (così dicono), ecco che nel Mediterraneo fa la sua apparizione la portaerei nucleare statunitense Ford. Naviga come un gommone in una vasca da bagno, si spera, a fini di deterrenza. Non so quanto converrà alla Russia far arrivare ai suoi confini la potenza nucleare degli Stati UNiti. In questa situazione un incidente è sempre possibile e noi siamo alla mercè di personaggi come Putin o i capi Nato che fanno a gara a spararla più grossa.
Quando si gioca con simili gingilli nucleari è certo che il pericolo di una deflagrazione irrecuperabile è entrata nell’ordine delle possibilità. Putin sta perdendo la guerra grazie alle armi fornite all’Ucraina dall’occidente e si teme che commetta qualche pazzia nucleare tipo un missile tattico su Kiev per piegare quella nazione e tenersi i territori occupati e annessi. La risposta Nato, ipotizzo, sarebbe fornire armi nucleari a Kiev? Ovvero intervenire direttamente sul campo e per via aerea? Sono immagini che il pensiero stenta ad elaborare nel 2022. Da sfondo poi ci sono la crisi energetica e quella economica ormai alle porte. Gli ingredienti per una tempesta perfetta ci sono tutti con l’Inghilterra alle prese con innumerevoli cerimoniali di stato e una dirigenza politica sempre più debole, una Germania raggomitolata su se stessa e una Francia nucleare che, nei fatti si fa sempre più piccola.
L’America first e il disinteresse per l’Europa propugnati da Trump hanno lasciato campo libero alle mire espansionistiche di Putin. Ed ora Biden deve porvi rimedio.