Flat tax? Il popolo si fa sentire in Inghilterra

La prima ministra Liz Truss, del partito conservatore, giorni fa ha deciso di tagliare le tasse ai ricchi. La manovra prevedeva l’elimininazione dell’aliquota più alta del 45% per i soggetti che guadagnano più di 150mila sterline all’anno. L’aliquota del 45% si applica per lo scaglione che va oltre le 60000 sterline annue). Il nuovo ministro delle Finanze (cancelliere dello Scacchiere) Kwasi Kwarteng si era detto d’accordo.
Tuttavia la manovra ha avuto effetti sulla sterlina e causato proteste importanti in piazza. Quindi la Truss ha deciso di fare marcia indietro. Così il ministro delle Finanze Kwasi Kwarteng ha comunicato che non eliminerà l’aliquota del 45%.
Del resto anche Moody’s Investors Service aveva ammonito che la manovra proposta dal governo britannico poteva confliggere con la sostenibilità del debito del Paese. L’agenzia di rating ha anche tagliato le stime sul Pil britannico per il 2023 dallo 0,9% allo 0,3%. Un mutuo a 30 anni sconta ora un interesse del 4/5%.
In questo quadro fa anche un pò pena Carlo III diffidato a non recarsi alla conferenza sul clima. Ormai deve avere il cervello di un’ameba e non immischiarsi in nulla. Vedremo quanto resisterà; non potrà continuare a prendersela solo con il portapenna stilo troppo vicino!!!
L’episodio dovrebbe lanciare un monito ai nostri nuovi governanti che, per fini elettorali hanno promesso una flat tax al 15 % per tutti. Forse un po’ di ripetizioni in matematica potrebbero esser utili. Ad esempio il 15% su 20000 euro sono pari a 3000 di tasse: al contribuente restano 17000 euro nette per vivere. Il 15% su 200000 rappresentano 30000 euro di tasse; (attualmente in Italia si paga il 43% sugli importi eccedenti i 50000 euro) al contribuente restano ancora 170000 oltre i 50 mila. Con l’inflazione all’8% e il caro energia che stiamo vivendo non è chi non veda che i benefici legati alla flat tax premiano in massima parte la parte benestante della società. In aggiunta si vuole abolire il reddito di cittadinanza per coloro che hanno redditi bassi o nulli.
Ci sono le premesse per gravi conseguenze sul piano sociale. La guerra in Europa accresce l’incertezza di questo periodo e, con il debito alto che ci ritroviamo, riflettano i governanti su quello che può succedere.