E’ vero che Naomi Watts sovrasta la storia ma il tema trattato aveva bisogno di volti belli penso io. Comunque un’analisi accurata che invoglia a vedere il film.
Un film decisamente insolito, originale e affascinante, come quelli a cui ci ha abituato il regista Gus Van Sant, da sempre un outsider di Hollywood. In molti dei suoi film la morte, cercata o trovata per caso, è messa al centro della storia, così come il disagio esistenziale, a partire da Belli e dannati del 1991, fino a Elephant del 2003, forse la più controversa e sperimentale delle sue pellicole.
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