Presidente Mattarella: se può, resti al Quirinale

Il senso dello Stato richiesto alle elite

Massimo rispetto per la volontà espressa di lasciare il Quirinale al termine di un settennato di difficile gestione politica ed emergenziale.
La casa in locazione, il ricordo dell’ex Presidente Leone, la Costituzione e via dicendo ci dicono che è una decisione presa.
Tuttavia Presidente, io non sono nessuno, ma Le chiedo, sommessamente, di restare al proprio posto.
Lei che ha perso un fratello nella lotta alla mafia, Lei che è il dono più bello, in mezzo a tante “minchiate”, che ci ha regalato il Presidente Renzi.
Perchè deve restare?
A febbraio se lascia il Quirinale inizierà per l’Italia un periodo burrascoso, di lotte tra fazioni capitanate da personaggi quantomeno discutibili che operano al riparo dai riflettori.
Ci consenta di arrivare almeno fino al 2023, con la speranza che almeno il virus non farà più paura. Anche la platea di pretendenti al Quirinale forse si farà più definita e verrà scelto il suo successore senza la spada di damocle delle elezioni o dell’incognita di quale sia il futuro del Presidente Draghi che sta conducendo l’Italia fuori dal pantano in cui si trova.
L’Italia si sta riprendendo ora, ma con enormi sofferenze in tutti i settori.
Non si trovano medici che vogliano stare in prima linea, infermieri, non abbiamo strutture sanitarie adeguate.
Nel 2023 la vaccinazione sarà comunque a buon punto e forse avremo nuovi farmaci. Insomma, non abbandoni la nave, Presidente, come hanno fatto altri personaggi persino in Vaticano.
Del resto prima di Lei un altro Presidente è rimasto sul colle supplicato a rimanere al Quirinale per paura del default economico dell’Italia.
Oggi il bene di un popolo distratto, preoccupato e sull’orlo di una crisi di nervi richiede che le elite migliori, come insegnava Guglielmo Ferrero,
mantengano, saldamente, le redini del potere.
In più arriveranno i soldi europei ed è necessario stare in guardia perchè fanno gola a tutti, mafie comprese.
Per questo non può andarsene. Nè Lei nè il Presidente Draghi potete abbandonarci a noi stessi. Non è il momento dei formalismi quali: sette anni sono troppi, i principi costituzionali… La situazione eccezionale che viviamo impone a tutti un alto senso delle istituzioni.
Quando si prende il peso di una Nazione sulle spalle non ci si può sgravare nel momento del bisogno, anche se è formalmente legittimo.
Immagini l’Italia nel 2022 e 2023. Se con il Green pass si sta sfiorando la guerra civile, cosa succederà se le forze populiste prendessero il sopravvento cavalcando, come sanno fare bene, gli impulsi più retrogradi del popolo, quello del bar, del “che c’è nel vaccino?”, del complottismo e del terrapiattismo. L’assenteismo nelle elezioni denota una forte disaffezione di parte consistente della popolazione nei confronti della politica.
Presidente resti al suo posto e la storia non lo ricorderà per il rifiuto di continuare nelle funzioni presidenziali – si sa le masse hanno memoria corta – ma per quello che è, una persona degna, preparata e onesta al servizio dell’Italia.

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