L’inchiesta di Report sulla pasta italiana. Liscia senz’altro.
Ringraziamo sempre Sigfrido Ranucci per il prezioso lavoro di scavo giornalistico che svolge.
Noi italiani scegliamo al 90% la pasta rigata.
Pensiamo che la pasta rigata sia più adatta a trattenere il sugo, e noi al sugo pensiamo quando affrontiamo un piatto di pasta.
La pasta liscia sarebbe in grado di farci gustare il sugo come quella rigata?
Vediamo.
Gli esperti (chef stellati e esperti del settore) sono unanimi nel ritenere la pasta liscia da preferire. Soprattutto per il processo di produzione. Infatti la pasta liscia viene trafilata in bronzo e tenuta ad essiccare per lungo tempo, per esempio, sfruttando la brezza marina che a Gragnano leva dopo mezzogiorno e invade la piazza principale del paese.

Invece la pasta rigata è trafilata al teflon ed essiccata velocemente.
Inoltre la pasta rigata presenta una difficoltà in più. Non tiene la cottura in modo uniforme.
Se la parte centrale è cotta, le righe esterne potrebbero necessitare di altro tempo di cottura e viceversa.
Un’altra questione messa in risalto dall’inchiesta è la provenienza dei grani.
Il grano italiano è sufficiente per appena 4 mesi di consumi italiani. Quindi i grandi marchi di pasta farebbero bene a specificare in etichetta la provenienza del grano. Infatti in Europa sono ancora proibiti gli OGM.
Infine ho cercato la pasta liscia nel supermercato francese sotto casa. Ebbene nemmeno una scatola.